top of page

RECENSIONI

Un elenco delle novità letto in anteprima

e consigliato dalla redazione.

Se ami la letteratura e ti piace scrivere, se hai voglia di misurare le tue capacità attraverso recensioni, interviste o articoli di vario genere... non indugiare e collabora.

Ritratto poetico

Quando ho iniziato a leggere questo romanzo mi aspettavo qualcosa di completamente diverso. Non so esattamente cosa mi aspettassi, ma già dalle prime pagine ho compreso immediatamente che quello che avevo tra le mani era qualcosa di totalmente anti convenzionale, qualcosa di un’intensità tale che sfuggiva alla mia comprensione più io tentavo di afferrarla.
Se vi aspettate di leggere il solito romance, avete decisamente sbagliato romanzo.
Il sole d’agosto sopra la Rambla è molto più che un romanzo di formazione o un romanzo psicologico, è la quinta essenza più pura dell’animo umano, delle sue paure più profonde, dei risvolti incomprensibili e inspiegabili di un futuro che non lascia scampo.

L’autore si rivela un maestro nell’uso del narratore onnisciente, elevandolo ad un ruolo superiore, come un dio: il narratore conosce ogni cosa, passato, presente e futuro, si insinua nei pensieri dei personaggi e ce ne racconta le elucubrazioni, come se avesse aperto in due le loro anime e stesse disperatamente cercando di dirci “Guardate, è questo che siamo. Guardate, siamo tutti noi”. E noi, i lettori, non possiamo fare altro che guardare.

Il sole d’agosto sopra la Rambla

di Damiano Dario Ghiglino

La narrazione non è lineare, ma ha la forma di una tela, mentre le vite di David, Borja, Antonio, Miguel e Fernando, e ancora Julio, Emilio, Carlos, il padre di Borja e la madre di David si intrecciano, si annodano e quando si separano si strappano con violenza. Quella che Damiano Ghiglino ci racconta non sono le storie di David e Borja e Antonio e Miguel e Fernando, ma un’unica storia, fatta di diversi tempi, luoghi e persone; un unico quadro talmente ampio che solo osservandolo da lontano lo puoi ammirare nella sua interezza.
La storia è raccontata con violenta bellezza, attraverso gli occhi di due ragazzi giovanissimi che potrebbero avere il mondo e che invece non hanno niente, che osservano la vita scorrere loro accanto sotto il sole accecante della Spagna.

Il romanzo è un romanzo bicolore: da un lato c’è il giallo, del sole, dell’estate, della giovinezza, del tramonto che ha fatto incontrare Emilio e Miguel e che li ha poi condotti su due sentieri completamente diversi, il colore dell’abbondanza ma di un’abbondanza insolente e sprezzante, della quale credi di poter godere per sempre ma che puoi perdere in un soffio di vento, il colore di un caldo opprimente che ti immobilizza e infiacchisce, mentre anche il tempo stesso pare fermarsi. Dall’altro lato abbiamo il nero, della paura, della disperazione e della depressione, della violenza fisica o mentale. Una nera oscurità che opprime e che schiaccia, che arriva strisciando quando meno te lo aspetti e che non ti lascia andare fino a che non lo decide lei. Un’oscurità che sa di malattia, e che allunga le sue mani in molteplici modi sulle anime che popolano questa storia: da Antonio e al suo epilogo, al padre di Borja, a Emilio e anche a Fernando.

Sebbene non particolarmente rilevante, le scene in cui Fernando era presente erano per me di una poesia e un’intensità estrema. Un ragazzo gay, grassoccio, in guerra contro se stesso, intrappolato in un loop esistenziale che si divide tra il cibo, per il quale prova un attaccamento quasi erotico, la masturbazione, e bere nei locali indossando abiti di taglio femminile. Un personaggio che è la personificazione del disagio, del non sapere dove condurre se stesso e la propria vita, indolente e insensibile a qualsiasi cosa, persino la morte. Le altre vite del romanzo sono vite spezzate, come Emilio, Antonio o sotto certi punti di vista Borja e Miguel, le cui esperienze di vita sono state le cause della loro crescita interiore troppo rapida, o destinate a spezzarsi, come Julio o Carlos, che ad un certo punto sentono che qualcosa dentro di loro si è rotto. Sono anime che hanno dovuto affrontare le conseguenze delle proprie azioni, nel bene e nel male, senza poter avere controllo alcuno, ma semplicemente in balia di quella nera oscurità che è una domanda senza risposta sul senso dell’esistenza.

Questo romanzo è più che un romanzo, in poche – 127 – pagine è un viaggio all’interno di un nuovo e terrificante mondo, nel quale i giovani fanno fatica a trovare il proprio posto, e dal quale si sentono esclusi. Un viaggio crudo, profetico, ma terribilmente reale. Un viaggio, una lettura, che conquista e non lascia scampo.

Nicholas Vitiello

Self Publisching - € 10.40

Ritratto poetico

È un semplice ritrovo di amici, ma sembra un po' una  piccola società segreta. Ci si ritrova tutti insieme per consentire ad un ragazzo ed una ragazza di leggere alcuni passi de La riva invisibile del mare di Dimaggio. Ogni parola è il piolo di una scala che ci fa scendere sempre più in profondità. Scendiamo nella degradazione talmente tanto che la porta d'uscita della stanza è ormai invisibile come la riva sulla quale siamo approdati. Varie figure ci vengono a fare compagnia. C'è la colf africana gentile ed amorevole che viene resa edotta dalla sua datrice di lavoro parigina, ricca e radical chic, la cui ingente fortuna economica di questa deriva dai soldi che ricicla spacciandoli per rimesse inviate nei paesi poveri.

La riva invisibile del mare

di Salvatore Dimaggio

C'è una bella donna dell'Est Europa che a Dubai viene posseduta da un poliziotto con la testa fuori dalla finestra perché il sangue che sgorga dal naso possa macchiare le costosissime auto di un parcheggio sottostante, ma soprattutto per suggellare quel patto criminale tra polizia e schiavisti che permette alla cattedrale nel deserto arabo di approvvigionarsi di un grandissimo numero di prostitute sufficienti a soddisfare le esigenze di una clientela benestante. C'è un ragazzo che incontra una ragazza della quale si era invaghito per ritrovarla a battere tra montagne di profilattici bruciati. È un mondo di orrori quello di Dimaggio ma il piccolo difetto di essere proprio il nostro mondo. Devo essere sincera non ci volevo andare ad ascoltare questo reading non mi sembrava niente di speciale... in fondo lo sapevo di cosa si trattava cioè sono semplicemente due possibilità o era il solito libro che diceva "poveri migranti dobbiamo aiutarli" o era il solito libro che diceva "I migranti ci stanno invadendo aiutiamoli a casa loro" niente di più lontano dal vero. All'autore non interessa neppure minimamente infilarsi in una fronda politica. interessa semplicemente descrivere il mondo spaventoso nel quale viviamo, l'aberrazione umana che ci connette tutti in un mostruoso essere autofago. 

Il libro alterna parti che forniscono dati in modo asciutto e sintetico a parti che fanno cascare dentro quei freddi dati per mostrare come possa ridursi l'uomo quando finisce nei luoghi senza legge che sono le migrazioni. Il ritmo è velocissimo ed i cali di tensione non esistono, anche perché in tanto buio spuntano anche sorprendenti e spiazzanti sprazzi di luce. Leggetelo. Rifletteteci.

Edizioni San Paolo - € 16.00

Ritratto poetico

Nella narrativa del crimine moderna e non solo sono molteplici le coppie di investigatori.

A partire dall’accoppiata Sherlock Holmes-Dottor Watson, gli investigatori hanno, spesso e volentieri, viaggiato in coppia. Solitamente uno dei due si è sempre assunto il compito di “mantenere sulla terra” l’eroe di turno vestendo spesso i panni del lettore tipo, impedendo all’investigatore principale di addentrarsi in ragionamenti eccessivamente tecnici e incomprensibili e obbligandolo a spiegarsi, per dirla con il personaggio di Denzel Washington in “Philadelphia”, “come se stesse parlando con un bambino di quattro anni”.

Un’improbabile

coppia di detective

Quella che voglio presentarvi qui, però, è una coppia di investigatori proprio improbabile. Si tratta di una coppia formata da una parte umana e una canina. È la coppia creata dallo scrittore americano David Handler formata da Stewart Hoag, ex ghost-writer, ex marito, rimasto comunque in ottimi rapporti con la propria ex dolce metà, attualmente accasato con il proprio bassotto Lulu. Questa coppia quanto mai naif di investigatori ha fatto la propria prima comparsa nel mondo della narrativa gialla nell’avventura “The Man who died Laughing”.

Una vera datazione delle loro avventure qui da noi è resa quanto mai difficoltosa per via del fatto che in Italia sono giunti, per ora spero, solo tre avventure, vale a dire “L’uomo che voleva essere Francis Scott Fitzgerald”, “L’uomo che era solo un attore” e “L’uomo che dava del tu a Mick Jagger”. Mi auguro che non si verifichi quello che è avvenuto anche per altre “serie di importazione”, non solo gialle, in cui i libri in lingua originale sono di gran lunga maggiore di quelli giunti da noi.

Nel caso di quella che sul sito dell’autore è chiamata “Hoagy and Lulu Mysteries” la speranza è dettata dal fatto che si tratta di due dei personaggi più simpatici e le loro avventure uniscono il lato avventuroso e avvincente a quella dose di leggerezza e ironia che non guastano mai.

Pur calando Hoagy e l’inseparabile Lulu in atmosfere gialle dove i cadaveri non mancano David Handler, classe 1952, nativo di Los Angeles sa dar luogo a vicende sempre godibilissime. D’altronde con protagonisti come questi non potrebbe essere altrimenti. Di Hoagy e Lulu sta per uscire, il 14 Agosto 2018, la decima avventura intitolata “The man who couldn’t Miss” edita oltreoceano da William Morrow.

R M

Ritratto poetico

Cosa fare quando l’amore della tua vita ti lascia e lo sconforto e la tristezza ti assalgono? Per molti la soluzione potrebbe essere continuare a vivere la propria vita sperando che il dolore passi il prima possibile. Ma Samira ha preferito percorrere un’altra strada: ha preso un aereo diretta ai Caraibi e, munita di carta e penna, ha iniziato ad annotare per 365 giorni solo i momenti felici delle sue giornate. Questo è, in sintesi, #365 Days Happy un progetto nato in maniera non convenzionale. Dapprima avrebbe dovuto essere un reportage fotografico su Facebook e trasformatosi nelle pagine di un volume edito da Montedit nella collana "I Salici" e, da alcuni giorni, disponibile in libreria.

#365 Days Happy di Samira Zuabi García

Samira Zuabi García nasce come artista: fotografa e pittrice, laureata all’Accademia delle Belle Arti di Brera, spagnola adottata dalla nostra Milano. #365 Days Happy è la sua prima esperienza da scrittrice nelle cui pagine è riuscita a fondere i suoi pensieri alle sue meravigliose fotografie. Il risultato è un libro autobiografico dai contenuti originali.

Samira si racconta tra i Caraibi, Milano e Siviglia passando da altre mete nella sua quotidianità e non. Un diario felice nato per dimenticare un amore finito male che, nel suo compimento, perde il suo scopo iniziale e diventa, essenzialmente, un diario felice nel quale raccoglie la vita e gli aneddoti positivi di una donna. Un libro che non punta al lieto fine ma è esso stesso, in fin dei conti, il lieto fine.

#365 Days Happy nelle sue pagine ci dà speranza e fiducia: sono un'ottimista di natura e ho trovato geniale e ispirante l’idea dell’autrice. Perché, molte volte, ci crogioliamo nella nostra tristezza senza vedere alcuna via d’uscita; stratagemma che si può trovare, la maggior parte delle volte, nei dettagli del vivere quotidiano. Quel quotidiano che, tante volte, trascuriamo o ignoriamo perché troppo presi o concentrati nei nostri dispiaceri.

Sorge spontanea una domanda: ostentare felicità significa necessariamente fingere?

Durante il suo anno di momenti spensierati, in cui ha reso pubblico il suo diario, la scrittrice è stata accusata di simulare la felicità.
Vivere la tristezza nella nostra esistenza, così come la felicità, sono, a mio avviso, componenti del nostro essere che è impossibile reprimere o opprimere. 

Ma il libro, come anche l'autrice conferma, non intende essere un'esibizione della propria felicità a tutti costi ma, semplicemente, un sano proposito. Lo scopo è quello di dimenticare le brutture della vita per cercare di vedere la propria esistenza da un’altra prospettiva indossando, semmai, dei grandi occhiali rosa e focalizzando la propria attenzione, anche nella giornata peggiore, sulle cose belle che ci accadono. E così il sorriso di un bambino, un messaggio da una amica o una semplice aspirapolvere possono diventare la nostra felicità giornaliera.

Il libro, oltre ad essere un resoconto spensierato, è anche la descrizione di una donna con i suoi pregi e i suoi difetti. La scrittrice, che è anche protagonista, si mette quasi a nudo dimostrando una grande forza e coraggio; grinta che permette di andare avanti nonostante le difficoltà che la vita prospetta; energia che aiuta a inventarsi e reinventarsi continuamente... senza fermarsi mai.

Un’ispirazione per tutte noi (ma anche tutti), poiché le cose non sempre procedono come le abbiamo programmate e, talvolta, bisogna avere il coraggio di rimboccarsi le maniche e cambiare strada per fare della nostra vista uno spettacolo. Altre volte, invece, bisogna cambiare, per primi, noi stessi per cercare un briciolo di gratificazione.

#365 Days Happy è un libro intenso e genuino, pieno di vita e momenti felici. Va letto per ricordare che la felicità si può trovare sempre, in special modo, nelle piccole cose che ci circondano. 

Giorgia Chiaro

Montedit editore - € 15.00

Iscriviti alla nostra mailng list e riceverai le ultime notizie, le curiosità editoriali e tanto altro.

Non perdere mai un aggiornamento.

bottom of page